13ma tappa, Mount Nemrut/ Goreme, ovvero che il timone sia solo accompagnato quando la strada è’ fluida.
La tappa di oggi non è particolarmente significativa per i paesaggi attraversati, piuttosto noiosi a parte la novità di grandi piantagioni di tabacco. Facciamo molta strada tra le montagne e ci fermiamo a mangiare, su indicazione di un benzinaio, in un luogo che si rivela essere un centro di ristoro per comitive, un self service con 250 coperti , completamente deserto a parte noi e altre 6 o 7 persone. Impressionante la crisi del turismo indotta dal colpo di stato e dal terrorismo. Per noi questo significa la coccola del pane caldo portato in tavola dallo chef e molta cordialità fa parte di tutti. È una tappa lunga più di 700 kilometri, e partiamo presto per avere più ore a disposizione. Il caldo aumenta e in più punti e per decine di chilometri il catrame che compone l’ asfalto, probabilmente in proporzioni eccessive, si scioglie e viene in superficie creando uno strato di fluidi viscoso sulla superficie. In particolare nelle tracce di passaggio dei camion. È come guidare sulla neve, si sente il rumore delle ruote come sul’ acqua e non è’ permessa alcuna inclinazione della moto, pena la perdita di controllo. Sono chilometri a bassa velocità e di massima concentrazione per non cadere . Arriviamo a Goreme, l’ albergo e’ vuoto e, per un terzo in più di di quello che avremmo speso per una camera doppia , otteniamo due favolose suite .
Goreme è’ decisamente deserta rispetto al potenziale, prendiamo possesso delle ns camere e organizziamo la giornata di domani . Sveglia alle 4, pick up ore 4,35 per l’escursione in pallone all’ alba . Rientro per le 8, colazione e pick up della guida alle 9.30 per le visite chiave .
L ‘ hotel e’ delizioso, con particolari molto curati e personale che si fa in quattro. La terrazza della colazione gode di una gran vista e con un paio di immagini d ‘ assaggio della Cappadocia vi auguro la buona notte !
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