11sima tappa , Yerevan/ Dogubezayat via Georgia.
Partiamo presto perché oggi attraverseremo due frontiere e faremo un sacco di kilometri per ritrovarci esattamente dall ‘ altra parte del monte Ararat , in territorio turco e a 30 km dall Iran . Obiettivo è’ vedere il tramonto dalla dimora di Isaak Pascha . Lasciamo l’ Armenia a Barva, insieme ad una trentina di euro di redistribuzione del reddito orchestrato dai funzionari armeni . Compilano gli stessi moduli che sono necessari solo all ‘ ingresso e aggiungono, con sguardo di intesa, una voce “Broker” in euro o dollari. Nessuna ricevuta ovviamente e ti accompagnano fino alla sbarra di passaggio dove,gli stessi moduli, vengono poi cestinati.
Poco male ma che peccato per loro che salutano in questo modo, chi se ne va.
La Georgia ci accoglie con degli splendidi prati di montagna , credo che la frontiera sia sui 2000 metri, e paesaggi stupendi, più verdi ed anche più belli di quelli Armeni che sono più aridi. Sembra un controsenso dato che ci sono una marea di fonti ed a ogni qualche ci si può dissetare o rifornire d’ acqua. I georgiani sorridono ed è’ facile scambiarsi battute in un misto inglese e gesti. Incontriamo persino dei fondisti che si allenano sugli sci a rotelle, da tornarci per fare del trekking.
La frontiera turca ‘ deserta, nuova e completamente priva di ogni attività’ apparente. La location è’ formidabile, un parco naturale con un lago di montagna splendido, con delle isolette e dei prati magnifici limitati dal bosco . La strada migliora e si procede tra le montagne, l ‘ impressione è’ di aver fatto più volte passi da 2500 metri.
Si scende e ci coglie un acquazzone che non ci ferma però per mettere le tute, non ci sono ripari e forse è meglio scommettere che smettera’ presto. La strada è’ molto viscida con lunghi rappezzi in catrame che, bagnati hanno, sulle gomme della Goldwing l’ effetto del sapone. È’ Marco alla guida e tira fuori una dolcezza di condotta che nemmeno Silvia potrebbe riconoscergli. È’ stato bravo e siamo usciti dai premi senza danni.
Verso le 17.30 siamo a Dogubezayat, la attraversiamo per raggiungere il Caravanserraglio di Isaak Pascia. Così mi immagino le strade della striscia di Gaza dopo i massaggi degli israeliani, un campo di cross. È’ ancora Marco alla guida. Alla grande e arriviamo ad una splendida striscia di asfalto nuovo che ci fa salire sul fianco della montagna dove appare la costruzione che domina la vallata. È’ chiusa e domani, festa in Turchia, pure. Holy shit. Ci accontentiamo di godere lo spettacolo da fuori e ci scambiamo foto con curdi e iraniani in moto. Che disappunto sulla faccia del ragazzo di Teheran sentire che non siamo soci di Couchsurfing. com .
Il mondo va veloce, te lo immagini col velo ed invece mette il casco.
L’ albergo, molto ben tenuto è più bello dentro che fuori, ci vede come unici turisti. La camera con vista condominio sgrausa e Ararat è notevole. Basta aprire la finestra e ci accoglie il lamento dell’ imam più vicino. In occasioni precedenti mi era piaciuto e incuriosito, stasera lo ho trovato invadente e fastidioso.
Chiudiamo la giornata con la cena nel centro pedonale cittadino, stesso feeling di quando ero a militare a Cervignano del Friuli, solo uomini a gruppi in giro e nei bar. Domani un’ altra tappa importante che, passando dal lago Van ci porterà al monte Nerut.
Buonanotte e buona settimana !
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