Decima tappa, giorno 4, ovvero tutto si può candire e non c’ e’ mai fine alle calorie.
La giornata inizia con una piacevole scoperta durante la colazione, anzi due. Salvini segue il mio entusiasmo e afferra una coppetta di Yogurt armeno, cremosissimo e delizioso col miele, in realtà e’ “sour cream” , una panna acida che non a caso viene venduta in porzioni tipo mezzo barattolo di yogurt, noi ce ne mangiamo 2 a testa convinti fosse yogurt. Marco va oltre il miele Nellissen yogurt e scopre delle palle oblunghe delle dimensioni di una noce immerse in una sorta di miele scuro. Dopo l’ intestino di pecora con frattaglie spugnose non temiamo quasi più nulla. Incredibilmente le ” sembrano noci”si rivelano esser noci candite, con tutto il guscio e il mallo che cedono sotto i denti con una gradevole consistenza da candito, saporite e non troppo stucchevoli come ci si potrebbe invece aspettare da un candito. Notevole ! Decidiamo di fare 2 cose in giornata, vedere il ” vernissage” di Yerevan, mercato e mostra all’ aperto di pittori locali, poi allargato a mercatini di cianfrusaglie e artigianato locale. Grande location cittadina con molta ombra grazie ai soliti bellissimi alberi che danno frescura e personalità ‘ alla città .
Usciamo da Yerevan e in 60 km arriviamo a Serevan , che da’ il nome al relativo lago e sede di un monastero bello e locato in modo suggestivo su un’ altura che domina due rami del Lago. Acque pulite e, anche se molto vasto ( non si vede la sponda opposta) procura la sensazione è i profumi del lago di montagna, miscelati in alcuni momenti all ‘ incenso o alla carbonella di un barbecue o alla musica sguaiata di un bar. Lontani qualche centinaio di metri dai monasteri , e’ Rimini . Li’ , di fronte ad una birra in un bar più isolato rispetto agli altri, abbiamo deciso che la sordità è una difesa del corpo per non sentire più i pirla e la loro inutile produzione di rumore.
La birra armena tira la volata alla richiesta del menù che , con grande sorpresa offre, cito testualmente, ” fresh local Cancer” . Salvini non resiste e si fa portare quello che poi viene spacciato per granchio locale ( di lago ?) ma che a me ricorda quella roba sinterizzata ,bianca dentro e arancione fuori, che ti spacciano per qualcosa che ha a che fare con i crostacei al supermercato. Tutto il resto, in particolare una selezione di erbe che mangiamo crude e scondite come aperitivo e i pomodori che hanno il gusto che giustifica l’ oro nel nome, valgono da soli il giro al lago. Per l’ ultima sera a Yerevan decidiamo di ripetere il barbecue indoor che tanto ci era piaciuto. Bella serata, era tanto che non ridevo così ! Una chicca il pomello del cambio della Lada ( immaginate una vecchissima Fiat 124) che ci ha riportato in albergo. So cosa chiedere a babbo natale!
Domattina presto partiamo per la Il caravanserraglio di Isaak Pascha in Turchia, grazie alle esperte dritte del buon Roberto R., caro collega da molti anni. Dovremo rientrare a nord in Georgia per poi passare in Turchia verso ovest dato che le frontiere tra Armenia e Turchia sono chiuse da anni. Dirigeremo poi a sud per ritrovarci praticamente dall’ altro lato del monte Ararat rispetto a dove siamo adesso. Con questo abbraccio a tutti e buona Domenica!
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