Il settimo giorno,Astrakhan/Vladikavkaz, quando la balena spiaggia e incontro Cerbero sul mio cammino tra la Calmucchia e la Cecenia.
Inizio subito con dire che sto bene, ma in diversi momenti me la sono vista brutta.
Ho anche incontrato delle belle persone, tutto sommato, ora che è’ finita e’ stata una grande giornata. Andiamo con ordine … Lascio Astrakhan presto , sapevo che era una lunga tappa e sin dalla pianificazione la sentivo come molto soggetta a sorprese., volevo portarmi avanti prima possibile .
La sera prima avevo trovato due lampade alogene per sostituire entrambe le mie che erano saltate, immagino per le pacche che ogni spesso prendi su queste strade. Si sarebbero rivelate provvidenziali per essere qui stasera.
Il delta del Volga e’ molto bello, bucolico a tratti, in immagine su tutte , una decina di cavalli bradi in un acquitrino molto verde, con canne basse e circondato da alberi ad alto fusto. La strada è molto gradevole e una volta tanto me la prendo comoda, mi godo il paesaggio e penso a come deve essere bello esplorarlo con una barca. Con questo spirito seguo il navigatore, la strada rientra e lascia il delta, il paesaggio torna ad essere l ‘ immenso monotono spazio a perdita d’ occhio coperto di sterpaglia. La strada però è bella, si interrompe all’ improvviso tipo opera incompiuta proprio mentre osservo che l’ immensità di certi spazi, anche se uguali a se’ stessi , e’ sempre , ogni volta che te li godi, un po’ più immensa . Bello.
Strada interrotta e deviazione , mi fermo, il navigatore conferma, osservo la pietraia che sostituisce al’ asfalto e decido che si può fare, non e’ in bel massaggio per le gomme ma ci sta’ . Vado. 300 metri dopo, dietro una piccola collina, la sorpresa, la strada è’ sterrata, di un bel giallo sabbia perché’ ….e’ sabbia, anzi no, scoprirò a momenti che è talco, non è’ profumato ed è’ giallo.
Il cambio di terreno mi trova già’ lanciato e, sperando che duri poco, apro il gas, cerco di spostare il peso indietro ma sono bloccato dallo schienalino , penso per la seconda volta in questo viaggio a Gaston Rahier e navigo per un buon 300 metri , supero una collinetta e si apre l’ immenso con una strada gialla di talco nella steppa a perdita d ‘ occhio.
Non rallento, per paura di insabbiarmi, fermarsi e girare la moto mi sembra missione impossibile, vado. Gaston Rahier ha le braccia come le mie cosce, tenere mezza tonnellata di slancio sulla sabbia tra i solchi lasciati dai camion che sono passati di lì è’ faticosissimo oltre che difficile…. La moto si imbarca, viaggio da una parte all’altra della careggiata e perdo il controllo …. O meglio mi ritrovo a 90 gradi rispetto al senso di marcia con la ruota anteriore in salita sul ciglio della strada, ovviamente per terra. Spengo il motore e mi rendo immediatamente conto che sono cazzi.
So già che alzare la moto è’ impossibile, ci provo e affondo nel talco col solo risultato di stremarmi. Senza fiato penso a quei pirla nei film che si perdono nel deserto e lasciano il mezzo per andare a cercare soccorsi. Non avevo incontrato nessuno da almeno mezz’ora e magari ero proprio l’ unico imbecille a prendere quella strada la domenica. La temperatura era 36 gradi, sole a palla e no ombra ( successivamente ho fatto 50 km per trovare un albero e fare pipì come si conviene), bocca riarsa dall’ ansimare e dalla sudata colossale, finisco subito l’ acqua che avevo. Ora non so se ero più preoccupato per riuscire a rialzare la moto o quello che mi aspettava se ci fossi riuscito. Come si fa a uscire dal talco con Moby Dick ? Ci vogliono Amhal e Dmul ( ?) che con i loro due camion a nube tossica sbucano dalla curva . A proposito è ‘ grazie alla diversità di culto che c’ e’ chi lavora di domenica e porta in giro il camion, sempre sia lodata ! Mi danno da bere e tirano su la moto e mi dicono, in russo ovviamente , no preocupes, ci sono solo in dozzina di chilometri così, c’è la puoi fare, vai in prima e se stai per perdere il controllo, chiudi il gas e cerca di stare in piedi. Grazie attrezzatura tecnica, senza stivali mi sarei spezzato le caviglie una decina di volte. In totale mi hanno tirato su 6 o 7 volte, nelle ultime mi rimettevano anche in sella perché’ non riuscivo ad alzare la gamba….. E due ore dopo, Fiat Asphalt !
Il raccordo termina e i due angeli mi portano a mangiare in un baracchino a qualche chilometro. Avrei voluto dargli degli euro per ringraziarli e invece mi hanno offerto il pranzo. Guardate le foto, non vorresti incontrarli in un vicolo eppure, che bella gente!
Riparto e lascio asciugare il sudore guidando in piedi per qualche chilometro ( parte dei cinquanta di cui sopra) finché arrivo ad un posto di blocco. Ce ne sono molti, praticamente ogni regione o subregione ha come dei controlli doganali e sulle persone, devi rallentare fino a passo d’ uomo e loro, eventualmente ti fermano. Io rallento ed un cane lupo con delle zanne di 3 centimetri mi attacca e si impossessa del mio polpaccio.
Purtroppo avevo i pantaloni aperti sul fianco, per il caldo, così il lupazzo ha mirato bene.
Di fronte a Cerbero non c’è altro che aprire il gas, così, non ci crederete mi è’ successo ancora nel posto di blocco successivo.
La balena piace a Cerbero, l’ unico che non chiede quanto costa.
Un abbraccio a tutti da Vladikavkaz, 4800 km da Origgio in 7 giorni. Domani si va in Georgia, Tbilisi arrivo
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