Fine 4a tappa , la 5a, quella di oggi, arriverà poi.
Dopo la frontiera è stata dura, alle 17.30 un po’ stanco, avevo ancora 350 km da fare, un anabbagliante partito e acquazzoni in vista. Attraverso una cittadina vicino a Kursk (forse era la sua periferia) allagata di un acqua fangosa, marrone color del Lambro. Nei punti più alti l’acqua toccava teste e cilindri. La parte divertente era il traffico inverso che, ovviamente incurante, mi gettava secchiate di Lambro che riuscivano a bagnare l’unica parte che non avevo protetto, i piedi con i miei favolosi stivali estivi, tutti traforati… vi lascio immaginare.
Uscito senza ulteriori danni, nonostante buche e rotaie rese invisibili dall’acqua, mi rilasso e penso alla moto: marrone tipo Parigi Dakar… chissà che foto verranno! Apriti cielo, un’ acqua ma un’acqua che l’autolavaggio è una fontanella per i cani. Non mi fermo e continuo a seguire il navigatore (ecco perché lo chiamano così!) che ho protetto con un sacchetto gelo della domopak, anche perché è il mio iPhone con le mappe Sygic, grande dritta del “Finocchio”.
Dopo dieci minuti sono di nuovo sulla Provinciale, la solita varesina-like, il cielo si riapre e così la mia manetta, con il riscaldamento sella, piedi e mani inseriti, gli ultimi 200 km sono a 140/160. Ho infatti elaborato una teoria, gli autovelox non possono funzionare con il sole nelle lenti, anche gli infrarossi che qui pretendono di usare, tantomeno la stradale, saranno tosti ma hanno dei limiti anche loro! Io, con la velocità dell’ essere in sintonia, sono spinto dal sole del tramonto verso est… Bellissimo, la concentrazione prevale sulla stanchezza e sento la moto, i sei cilindri che godono ogni volta che apro a pieno per superare i 200 km di varesina-like (molto ma molto meno traffico e asfalto perfetto) volati via.
Alle 21 sono a Voronezh. Sorpresa! Ma non è la Russia che ti immagini, sembra quasi bella e molto viva, una Russia che ti aspetti a Mosca ma che lì non c’è. Mi devo informare, sembra una Germania ma più divertente, sarà la stanchezza?
La conferma che Voronezh ha il suo perché è la presenza del bidet in albergo, grande segno di civiltà che è raro trovare fuori dall’Italia. Bravo Putin, l’amicizia con il Berlusca ti ha fatto bene!
Ps: la velocità dà assuefazione. Parti con i buoni propositi a 90, sali a poco a poco a 110, fai qualche puntata in sorpasso e poi… ti sembra di essere fermo! Un giorno vi racconterò la storia del “Rappell! ” ai tempi dei due cilindri…
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