Quarta tappa. Waypoint frontiera UA/RU. Ovvero li´, dove tutto si ferma.
Sono fermo in coda nella terra di nessuno, tra Ucraina e Russia, davanti a me una quindicina d’auto che sembrano campeggiare. Pochi in Ucraina parlano inglese, uno di questi, soldato addetto ai controlli si è fatto capire benissimo: “present, tool? “. Tenendo in mano il mio attrezzo multiuso Stanley, tra tutti gli attrezzi sparsi che mi ha fatto mostrare… Come dire di no? L’avevo portato apposta per lui… Gli ultimi dieci chilometri sono stati difficili, gli ucraini mostrano il loro amore per i russi non manutenendo la strada n.7 che porta alla frontiera da Sumy. I pochi rappezzi servono solo a nascondere le voragini che come in Tetris ti vengono incontro senza che tu le possa fermare. Oggi slalom! Avrei volentieri scattato un po’ di foto nei 350 km tra Kiev e la frontiera ma le strade richiedevano molta attenzione. Immaginate la solita Varesina tra castellazzo e Santa Maria Rossa, invece dell’asfalto vecchie lastre di cemento lunghe circa tre metri, ogni giuntura una gettata di catrame che dà l’effetto scuotimoto, quello che ti aspetti di rimanere con la carrozzeria in mano. Mi sono immedesimato in Gaston Rahier sul toul ondulé ma con scarso successo. Poco male, niente a confronto dei salti che cunette di asfalto lavorato dal passaggio dei camion, ti fanno fare, in certi tratti mi sentivo un fantino per il lavoro di gambe ad assorbire i balzi, figata!
Il paesaggio rimane maestoso, spazi aperti a perdita d’occhio con queste nubi che lo rendono ogni momento diverso. Stamattina, mentre caricavo la moto si è avvicinato un tizio, sulla cinquantina, dopo i soliti convenevoli, Italia, bella moto, con il linguaggio dei muti, mi regala il quotidiano del mattino, da portare con me, indicandomi la foto dell’auto esplosa del giornalista scomodo. Purtroppo non avevo parole comprensibili per dirgli che mi sentivo vicino, non ho osato un abbraccio, gli ho messo una mano sulla spalla e ci siamo stretti la mano.
PS : mi hanno tenuto in frontiera 5 ore! Bagaglio aperto 3 volte, le ultime 2 a distanza di 10 metri una dall’ altra. Poi diluvio e altre avventure, ve le racconterò domani, ora sono cotto e appena arrivato in albergo, vado a cenare!
Abbracci da Voronezh!
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